„…Eine distanzierte Wiedergabe der Umwelt. Belanglose Alltäglichkeiten, etwa Kleidungsstücke, gewinnen künstlerische Magie…“
(Regina Löwe, München)
„…Die absurdeste Empfindung, die die Bilder von Bruno da Todi hervorrufen, ist die, hinter den Stoffresten die Seelen, Ideen, Gedanken der Menschheit zu verbergen, die gefoltert, zerrissen wird, verletzt durch Grausamkeit und Sadismus, vom Bösen, das ind der Macht des Stärkeren gegenwärtig ist… Dem Betrachter gelingt es schließlich, sich selbst und seine Erbärmlichkeit zu erkennen, die Unfähigkeit des Menschen, sich vor der Tragödie des Lebens zu schützen….Bruno da Todi hat seine Ausführungen begonnen; es liegt nun an uns, ihn zu verstehen, um uns selbst besser zu verstehen.“
(Piero Nardin, Rieti)
„…Auf jeden Fall tritt eine große Empfindsamkeit hervor und ganz sicher eine tiefe Aufrichtigkeit in der Wiedergabe des „Empfangenen“ und „Erlebten“. Eine Aufrichtigkeit, die logischerweise zu einem ganz persönlichen Stil führt, der von klarer Technik und Sinn für Ästhetik unterstützt wird. Eine starke Malerei, mit den Augen des Herzens zu betrachten !…“
(Louis Bresson, „ACTION RÉPUBLICAINE“)
Der „Liberapertismo“ von Bruno da Todi „…Bruno da Todis Malerei ist eine „offene“ Malerei, in der die Grenze zwischen Realismus und abstrakter Kunst nicht existiert und nie wirklich existiert hat. Die Malerei Bruno da Todis ist eine „freie“ Malerei, ohne Grenzen, nicht eingliederbar in irgendeinen historischen „-ismus“. Bruno da Todi hat sich nie einengen lassen von den Ketten der „-ismen“, weil sie für seine Persönlichkeit und seinen Charakter zu geschlossen sind, zeitlich begrenzt, kurzlebig, bedrückend.
Wenn es einen „ismus“ in seiner Malerei gibt, dann ist es „Apertismo“ (Offenheit), „Liberismo“ (Freiheit) oder „Liberapertismo“. Frei in seinem „Erzählen“ vom Menschen in dramatischer oder ironischer Weise; offen durch seine Verwertung äußerlicher Anregungen als Inspiration für seine Formen, seine Farben und ihre Harmonien und Kontraste…“
(Leone, Rom)
Ich möchte bemerken, dass man nichts Neues entdeckt, wenn man darauf hinweist, dass bruno da Todi in einer Dimension des „Kunstmachens“ lebt, die einige große Werke unseres Jahrhunderts hervorgebracht hat (wie Monets „Wasserrosen“ oder die abstrakte Malerei Capogrossis).
(Claudio Massimo Strinati)
Man sieht Figuren, oder besser deren Schatten, welche versuchen, das Hindernis zu überschreiten, die Einsperrung zu überwinden, um die Freiheit zu erlangen.
(Konsul Dott. Massimo Darchini)
„Ich male das Leben“ erklärt Bruno Spita zu seinen Werken. Für ihn ist alles Form und Farbe. Mit Hilfe dieser Werkzeuge transportiert er seine Botschaften. Auf eine realistische Wiedergabe der Inhalte wird bewusst verzichtet. Durch Verfremdung der dargestellten Personen und Gegenstände will er den Betrachter zwingen, sich selbst ein Bild zu machen. Jeder soll seine „Helena“, seinen „Paris“ oder seinen „Jacopone“ sehen können. Dabei ist eine eigener Beitrag des Betrachters durchaus gewünscht. Spita sieht seine Kunst als dynamisch; sie ist veränderbar, nicht nur in Form von „Installationen“ sondern sogar direkt.
(Prof. Dr. Schmitz-Dräger)
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„Una riproduzione a distanza del Mondo che ci circonda, cose di tutti i giorni col senso dell’infinito, qualche resto di vestito conquista artistiche magie: Fascino di cose banali, resti di panni usati e messi da parte come nell’Arte povera. Liberati dalla loro forma originale e decimati da una estranea associazione decorativa, formano nuovi gruppi. Ci sono resti in bruno da Todi e rimembranze quasi del graffito.“
(Regina Löwe, München)
„Dagli stracci agli impiccati, passando attraverso due stragi, qualche vedova e almeno una crocefissione; l‘ itinerario di bruno da Todi passa attraverso dolorose e mistiche angosce; ma che fascino per dirlo… Perché tutto è nella sua arte: il colore, il calore intimo, una materia spesso attraente come la ceramica, e l’intelligenza con cui il pittore si serve di materiali esteriori quali la sabbia e i tessuti, la sicurezza del gusto, la tavolozza ricca, il piacere di dipingere che si trasmette a chi guarda i suoi lavori. Si resta inesorabilmente sedotti…“
(R. Robinet, La République du Centre)
„Bruno da Todi abbraccia l’Uomo e la Terra nel loro sforzo quotidiano, adoperando umili ingredienti, che il colore sublima, umili come i panni leggeri, gli stracci, la sabbia, la polvere che riceverà l’uomo esposto alle intemperie della vita. Abbiamo parlato degli „Impiccati di Damasco“ che non sono aggressivi. Niente in questo artista è aggressivo perché tutto in lui respira di serena fiducia. Ed egli traduce le sue più segrete pulsazioni con una dolcezza che avevamo già rimarcato e sottolineato. „
(E.P.E., Dreux)
„Da certe premesse su cosa sia la VERA cultura contemporanea si deduce che c‘ è un irriducibile contrasto tra una struttura informale e una forma che non rinuncia alla figuratività. C‘ è insomma una recitazione a dire dire. Così in bruno da Todi, per cui l’essenza del suo operare sparisce dietro la bellezza di un colore o al fluire di una forma che recupera in ultima istanza l‘ antico naturalismo.“
(Mario De Micheli)
„La crocefissione è per i poveri un fatto quotidiano, di sempre.“ Bruno da Todi ha tradotto queste parole in quadri dove campeggiano e si allineano, su un Calvario che abbraccia il mondo, tute contorte, emblematicamente rappresentative di esseri confitti ed appesi a croci invisibili, ma più spietatamente crudeli che se fossero reali nella espressione pittorica. Sono queste le opere di bruno da Todi nelle quali forme e colori sono soggiogati da una commossa simpatia per le sofferenze altrui, morali e fisiche, senza che il soggetto s’imponga con la dialettica sottile dell’intellettuale scaltrito, arido e d insincero, o con la tumida, tumultuosa invettiva del demagogo pizzaiolo. Siamo convinti che, anche per i ricchi, esiste una sorta di „crocefissione“ che li inchioda inquieti, insoddisfatti, insicuri, paurosi del domani, consapevoli di un desolato vuoto interiore, trafitti, da un’angoscia, viscida ed inafferabile come un serpente, gelida e raccapricciante, ad una loro croce.“
(Cesare Verani, Rieti)
„La pittura di bruno da Todi è una pittura aperta, dove non esiste il confine fra realismo e astrattismo, perché in arte non è mai realmente esistito. È una pittura libera, senza frontiere, non inquadrabile in nessun „ismo“ storico. Bruno da Todi è un pittore che non si è mai fatto imprigionare dalle catene degli „ismi“ perché per la sua personalità e il suo carattere sono chiusi, limitati nel tempo, temporali, soffocanti. Se c‘ è un „ismo“ nella sua pittura, è l’apertismo o il liberismo, o il liberapertismo. Libero appunto nel suo conversare, drammaticamente o con ironia, sull‘ uomo; aperto proprio nello sfruttare, usare gli stimoli esterni come ispirazione per le sue forme, i suoi colori, le loro armonie e i loro contrasti.“
(S. Leone, Roma)
„L’arte di bruno da Todi è completa, nuova, sofferta, nutrita di vera preparazione tecnica e culturale. Dietro l’opera c‘ è l’uomo che porta avanti una sua dialettica, credo importante, per la sua assoluta sincerità. Tutti i giudizi su di lui sono univochi, forse è un pittore difficile, ma temo che dovremmo fare uno sforzo culturale maggiore e tentare di raggiungerlo.“
(Luigi Ferlini, Roma)
„L’artista bruno da Todi manifesta una decisa volontà di racconto. Il racconto delle visioni e delle emozioni quotidiane, del disagio che nasce dal contrasto sempre più avvertito fra il mondo della natura e quello della macchina, del progresso. L’atteggiamento di bruno da Todi è improntato ad una ironia che si serve del paradosso per manifestare in maniera provocatoria la condizione dell’uomo represso da questa società. Non si tratta di una banale critica della società dei consumi, ma di una ricerca che tocca la radice esistenziale dell’uomo e la sua comprensione. L’inventiva sta alla base dell’insofferenza pittorica di bruno da Todi e si concreta in armonie cromatiche al di là delle quali si percepisce nettamente una struttura di visione che emerge dal colore stesso.“
(Filippo Mazzetti, Radio Rieti Centro Italia)
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